“Contro le manifestazioni di intolleranza, una risposta di condanna unanime”, afferma il Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
Oggi 17 maggio si celebra la Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, e per l’occasione il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si sofferma su come i diritti della persona vengano ancora calpestati nella società attuale.
“Omofobia, bifobia e transfobia costituiscono un’insopportabile piaga sociale ancora presente e causa di inaccettabili discriminazioni e violenze, in alcune aree del mondo persino legittimate da norme che calpestano i diritti della persona”, ha affermato Sergio Mattarella.
Mattarella: “Calpestati i diritti alla persona”
Fu il Parlamento europeo a istituire la Giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia, nel 2007. Da quel momento “la sensibilità della coscienza collettiva verso questi temi si è accentuata”. Tuttavia sono ancora numerosi gli episodi di violenza che vengono registrati, e che necessitano di essere contrastati.
“Contro le manifestazioni di intolleranza, dettate dal misconoscimento del valore di ogni persona deve venire una risposta di condanna unanime“, ha dichiarato il Capo dello Stato. E’ fondamentale che le istituzioni elaborino efficaci strategie di prevenzione “che educhino al rispetto della diversità e dell’altro, all’inclusione”.
“Gli abusi, le violenze, l’intolleranza, calpestano la Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea e la nostra Costituzione che proprio nell’articolo 3 riconosce pari dignità sociale, senza distinzione di sesso, di tutti i cittadini, garantendo il pieno sviluppo della persona umana”, ha concluso Mattarella.
Il caso dei calciatori omofobi in Francia
Dimostrazione di una società ancora troppo chiusa sull’omofobia, è stato l’episodio calcistico avvenuto in Francia. Al momento dell’ingresso in campo prima dell’ultimo turno di campionato, i calciatori francesi sono entrati con addosso le maglie contro l’omofobia e a sostegno della comunità LGBTQ+.
A suscitare il massimo stupore, è stato l’atteggiamento di cinque calciatori – tre del Tolosa, uno del Nantes e uno del Guingamp – che si sono rifiutati di indossare quelle magliette perché non corrispondenti alle loro idee.